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«"Notte antica" è una silloge che si muove nel perimetro di una sensibilità spiccatamente femminile: è una poesia che sa essere bambina, capace ancora d'illudersi e immaginare; è una poesia che sa essere donna, forse più precisa di un termometro nel misurare gli smottamenti del cuore; è una poesia che sa essere dolorosamente matura, cioè ormai in grado di guardare al passato con disincanto. Il linguaggio autentico della poetessa, che si nutre di silenzio e sospensioni, prova a cimentarsi nel più difficile dei racconti: quello delle emozioni. Ci coccola come la carezza di una madre, come un balsamo per l'anima, come un unguento capace di cicatrizzare le più velenose ferite d'amore. [...]» Dalla prefazione di Giuseppe Palladino.